Anche la Grecia si apre alla possibilità del matrimonio egualitario.

 L’Italia resta il fanalino di coda nella classifica dei diritti LGBTQIA+ mentre che è di pochi giorni fa l’annuncio del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis della volontà della Grecia di accogliere definitivamente il matrimonio egualitario. Notizia che arriva pochi giorni dopo il via libera ottenuto anche dall’Estonia, relegando, così, l’Italia alla lista dei paesi che non hanno ancora legittimato questo istituto.

“Il matrimonio egualitario accadrà a un certo punto, è parte della nostra strategia”, ha detto il premier in un’intervista a Bloomberg: “La società greca oggi è molto più pronta e matura”.

Un vero e proprio esempio da emulare anche nel nostro Paese quello di Mitsotakis, recentemente ampiamente riconfermato alle elezioni politiche di fine giugno. Appartenente al partito di centrodestra, conservatore liberale, già nel 2021 aveva istituito un comitato nazionale che si impegnasse a migliorare i diritti della comunità LGBTQIA+ nel paese.

La Grecia, non si può negare, nel tempo ha fatto davvero enormi passi in avanti per il miglioramento della vita – e dei diritti – dei componenti della comunità arcobaleno. Basti pensare all’approvazione delle unioni civili nel 2015, tanto da essere posizionata dall’ILGA al tredicesimo posto del suo Rainbow Index, la classifica mondiale sulla qualità della vita LGBTQIA+ nei vari paesi. Per completezza espositiva, dobbiamo tristemente segnalare che l’Italia occupa il trentatreesimo posto di tale classifica e, verosimilmente, potrebbe – anzi dovrebbe – prendere spunto dai cugini greci, verso cui tanta simpatia da sempre è riposta.

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