Intervista a Marco Ghezzi, Presidente di Arcigay Palermo

Dopo i recenti fatti di cronaca avvenuti a Palermo, in occasione del flashmob organizzato dall’Arcigay Palermo il 5 Giugno 2021, presso Piazza Verdi (Teatro Massimo), il Presidente Marco Ghezzi ha rilasciato a GayLawyers, una breve intervista telefonica.

Il Comitato Provinciale Arcigay Palermo è un’associazione per la promozione sociale (APS) che si batte per i diritti umani e che opera nel campo della sensibilizzazione, informazione, formazione, risposta, assistenza contro ogni forma di violenza e discriminazione, in particolare quella basata su orientamento sessuale e identità di genere.

Quanto accaduto sabato 29 maggio 2021 , a Palermo, ovvero l’aggressione ai danni di due ragazzi omossessuali torinesi in vacanza nella città, non è un fatto isolato. Non ci si deve sorprendere, purtroppo, dei numerosi atti di violenza contro la comunità LGBT. I quasi due anni della pandemia hanno, infatti, notevolmente incrementato gli episodi omotransfobici ed hanno evidenziato l’indebolimento della voce del movimento LGBT. Arcigay, durante e dopo il lockdown dovuto alla pandemia, aveva già ricevuto diverse segnalazioni sul territorio da numerose persone. Il clima teso causato dall’estenuante dibattito sul DDL Zan, accompagnato dai pretestuosi ritardi della sua approvazione, ha favorito l’inasprimento della violenza in Italia.

C’è da fare una precisazione: Palermo non è la sola città in cui tale clima d’odio si riproduce, ma anche altri grande città italiane assistono all’incremento di atti discriminatori contro la comunità LGBT.  Chi vive le città si rende conto dell’atmosfera omofobica; guardando la cronaca ci si rende conto che non esiste regione italiana rimasta indenne da episodi omotransfobici. La pandemia ha inferto un duro colpo alla comunità LGBT e ne ha peggiorato, in generale, la condizione: se prima gli ambiti propri della comunità potevano offrire uno sfogo a coloro che non potevano liberamente esprimersi altrove (lavoro, famiglia, scuola), con la pandemia – e la chiusura forzata degli spazi gay friendly – si è verificato un aggravamento di tante situazioni, anche a causa della mancanza di sicurezza in case dove può essere difficile trovare accettazione, confronto e dialogo.

Non dimentichiamo, infatti, che in tantissime famiglie si fatica ancora a comprendere e ad accettare l’omosessualità dei figli.

Perché è importante il DDL Zan?

Il Ddl Zan è fondamentale e può aiutare moltissimo. Arriva un po’ in ritardo e fornisce una tutela minima indispensabile. E’chiaro che manchi una parte importante alla legge, la prevenzione della violenza. Servono gli strumenti per riconoscere che il problema dell’omotransfobia esiste e l’OSCAD, l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori, potrebbe aiutare ad avere un quadro completo, fornendo un database e statistiche sulle denunce, sulle aggressioni e sugli episodi omotransobici nel nostro Paese. Uno strumento così importante potrebbe far capire ai molti oppositori del Ddl Zan la necessità di tale provvedimento, considerando anche che l’80% delle persone aggredite non denuncia per paura di possibili ritorsioni. Un altro tema che può farci capire l’importanza del Ddl Zan è la necessità di strumenti di tutela effettivi che oggi mancano totalmente.

Il ritardo italiano nella lotta alle discriminazioni

Secondo Marco Ghezzi, Presidente di Arcigay Palermo, “non si è investito per nulla o si è investito poco sull’educazione e si è arrivati in ritardo al riconoscimento dei diritti”. L’Italia è, tra le nazioni europee, una di quelle arrivate più in ritardo sulle unioni civili e sulla promulgazione di una legge contro l’omotransfobia. Pertanto, Marco Ghezzi ci spiega che “se il tema è che sulla dignità delle persone se ne può parlare, sulle nostre vite, sui nostri corpi, sulla nostra sicurezza e su tutto questo trova la sponda delle istituzioni, cosa pone più limiti a chi già ne aveva pochi?”

Si parla molto poco di scuola e educazione, quanto invece la cultura è decisiva per permettere ai giovani di avere l’opportunità di conoscere e , così, di accettare. Sembra che nostra società voglia chiudere gli occhi rispetto a certe tematiche. E’ un dato allarmante che i ragazzi e le ragazze omosessuali o trans sperimentino il suicidio in media 4 volte più dei loro coetanei etero.

Arcigay riscontra un’enorme difficoltà a parlare liberamente nelle scuole. Sono gli studenti – e solo loro  – ad invitare le associazioni contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale nelle loro scuole. Tale fenomeno è dovuto alla paura delle dirigenze scolastiche di possibili ripercussioni che tali interventi all’interno della scuola potrebbero causare e delle possibili lamentele che i genitori degli studenti potrebbero sollevare. E’ però un fatto che il bullismo omotransfobico e la violenza nascano dallo stesso fattore: l’ignoranza e il riconoscimento dell’altro come diverso.

Pertanto, il 5 giugno a Palermo, durante il flashmob, si tornerà finalmente a far valere la voce della comunità LGBTQI, per dare al movimento una visibilità dopo quasi due anni di stop dovuto alla pandemia.  Ciò potrà permettere alla comunità LGBTQI di dimostrare di non aver paura e di non tacere di fronte a certe violenze.

L’importanza del flashmob è anche quella di far capire che si vuole ancora di più del semplice DDL ZAN: “Siamo convinti che il problema sia culturale”.

Arcigay, peraltro, porta avanti da 5 anni un progetto chiamato PREVENGO, che ha visto la costruzione e l’allestimento di un ambulatorio mobile per la prevenzione e la cura di HIV e Sifilide nelle piazze e nei piccoli comuni.  Grazie a questa iniziativa, è stato riscontrato ovunque il bisogno di prevenzione, anche se molte persone ancora oggi hanno paura delle possibili conseguenze dovute alla manifestazione del loro orientamento sessuale.

Stante la continua crescita nel nostro Paese di episodi di discriminazione ai danni delle persone LGBTQ+, il nostro studio offre assistenza legale proprio su questo tema e molto altro ancora. Se ritieni di aver subito un comportamento discriminatorio, contattaci senza esitazione a info@gaylawyers.com oppure al +39 02 9475 4184, e saremo lieti di aiutarti.

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